Il viaggio e’ fatto di incontri e casualità. Un flusso di strette di mano legate a mille nomi che non ricordero’ mai. La comunità dei viaggiatori e’ una ambiente che fa parte del flusso: ci si conosce nei nodi della geografia di viaggio, frontiere e campeggi, e ci si ritrova dopo mille kilometri a far benzina. E così che ritroviamo Emilio, pescatore ligure, che devia la nostra rotta verso il parco nazionale du Banc d’Arguin, una distesa infinita di sabbia che giunge fino all’atlantico. Gli uccelli migratori sostano qui nelle loro lunghe traversate e forse si rincontrano come i bipedi terrestri.
Siamo a 40 gradi, il deserto scotta e tradisce più volte: scavare sotto le gomme e’ come gettarsi in un forno da panettiere, ma ne vale la pena. Giungiamo a sera non so dove, troviamo una specie di campeggio e dormiamo sotto una tenda. Tutto e’ buio, le stelle sono vicine, nette, visibili su tutto l’arco di una notte scura di vento caldo e di profumo di mare.
Per arrivare a Nouakchott, la capitale, bisogna aspettare la marea giusta. E così mi metto a vagare per il parco. Mi ritrovo con un cappellone ed un binocolo ad osservare in silenzio i lunghi becchi dei pellicani, il volo rosa dei fenicotteri. (Si, ho fatto Birdwatching ma non ditelo a nessuno.)
Finalmente la natura ci da il suo visto di passaggio: la spiaggia liberata dal mare viene usata da tutti come una strada. A 80 km/h planiamo sulle dune morbide, a destra il mare a sinistra le dune rosse mentre il sole tramonta. Scende la temperatura, suona la radio, viaggiamo morbidi in un paesaggio di sole sfumature come se non dovesse finire mai, come se le strade del mondo verso sud fossere tutte così, come se non ci fossero bivi, salite, pericoli.
Baaaaaaam!!! Mentre scrivo prendiamo una buca clamorosa, sulla statale verso il confine senegalese. Sembra fatto apposta…Mio Dio che botta, ero distratto dallo scrivere e mi si e’ ghiacciato il sangue.
Vabbe’ mi e’ passata l’ispirazione poetica sui giorni passati. Guida Fuzio e la pista verso St-Louis fa schifo. La strada, come il presente, vuole attenzione anche se alla fine, come per tutto, non siamo noi a condurre il viaggio.

3 thoughts on “L’Atlantico come guardrail

  1. Bello questo post pietro, sono contento per te, non ti nascondo un pò d’invidia e il desiderio di essere lì con voi!!!!
    Ancora buon viaggio, noi stiamo bene!!!
    un abbraccio Roy

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